Joh 2022, Dellafiore Achille

19,00 

  • Produttore: Dellafiore Achille
  • Regione: Lombardia
  • Tipologia: frizzante metodo ancestrale
  • Vitigni: Johanniter
  • Alcol: 11,5%
  • Bottiglia: 0,75 l.
  • Note: Primo Piwi dell’Oltrepò Pavese, un “col fondo” di grande finezza

1 disponibili

Descrizione

Vigneti
Situati a Montù Beccaria, nell’Oltrepò Pavese, a circa 300 m slm su suolo marno-sabbioso.

Vinificazione
Uve raccolte come base spumante, pressatura soffice delle uve con l’utilizzo del solo mosto di sgrondo della pressa, fermentazione controllata con uso di lieviti selezionati. Aggiunta di mosto congelato e successivo imbottigliamento nella primavera successiva in cui avviene la fase di rifermentazione.

Note di degustazione
Al naso si percepiscono aromi agrumati, di pesca gialla e fermentativi. Andando a liberarlo con una energica rotazione escono sentori di pietra focaia e speziati. All’assaggio è  frizzante e sapido, con una bella acidità. Si ritrova un frutto fresco e croccante abbastanza persistente ed una piacevole sensazione minerale sul finale. (cit. vinievitiresistenti.it)

Recensioni

  1. Luca Gonzato

    Joh 2019 Dellafiore (degustazione 2020)
    All’invito di trovarsi in Oltrepò non potevo che rispondere sí. È una zona incredibilmente bella e vocata alla viticoltura. Poi per l’occasione, si è aggiunta anche la parola PIWI a rendere più interessante questa visita.
    L’Azienda Agricola Dellafiore Achille si trova in frazione Costa Montefedele a Montù Beccaria (PV), è posta al culmine di una delle tante piccole colline che sembrano srotolarsi sulla pianura padana. L’altitudine è di circa 200 metri, non è molto ma da qui si gode un panorama fantastico sui vigneti. L’ora del tramonto è un momento magico che tinge di rosa la pianura.
    Questa azienda, a conduzione familiare, è alla quarta generazione. Simone, uno dei figli, ha iniziato una piccola produzione con uve resistenti (Piwi), che affianca a quella tradizionale, basata sui vitigni di Bonarda, Barbera, Riesling, Malvasia, Moscato e Pinot nero.
    La vigna di Johanniter che visitiamo sembra essersi adattata perfettamente a questo terroir. Le due lepri che a un tratto sbucano dall’ultimo filare ne certificano l’ecosostenibilità senza bisogno di altre parole. Negli occhi di Simone si legge l’orgoglio per questo piccolo appezzamento sano e rigoglioso. Arrivano da qui le uve dello suo JOHanniter, un vino bianco frizzante, realizzato con il metodo ancestrale cioè con una fermentazione che viene fermata e poi ripresa in bottiglia senza aggiunta di zuccheri e senza sboccatura (col fondo).
    La bottiglia si presenta con una bella immagine, giovane e di sicuro appeal. Joh rimanda al linguaggio rap e parla con gli hashtag, un richiamo verso la condivisione, quella reale, con gli amici.
    Veniamo all’assaggio; l’ho capovolto per rimettere in sospensione il fondo che comunque è molto fine e non visibile se non nella leggera torbidità del colore. Al naso si percepiscono aromi agrumati, di pesca gialla e fermentativi. Andando poi a liberare le molecole con una energica rotazione escono sentori di pietra focaia e speziati, direi ricordi di Riesling, il papà. All’assaggio e leggermente frizzante e sapido, ha una bella acidità che fa salivare. Sulla lingua percepisco un frutto fresco e croccante abbastanza persistente ed una piacevole sensazione minerale sul finale. Il volume alcolico dell’11,5% rende questo vino molto gradevole da bere con questo caldo rispetto ad altri bianchi più strutturati (perlomeno non inizi a sudare al secondo calice). È il vino che vorrei trovare su una tavola apparecchiata all’aperto, come aperitivo e come accompagnamento alla serata fino al calar del sole. “Mi piace assai”, lo trovo azzeccato nella sua identità e sono felice di sentire da Simone che anche tra i suoi clienti abituali stia ottenendo successo.
    Joh è il primo Johanniter dell’Oltrepò, una novità dirompente se si si pensa al contesto. Non si sta aggiungendo un’altro vino al parterre dei vini dell’Oltrepò ma piuttosto un concetto nuovo di viticoltura, più sostenibile e capace di intercettare nuovi consumatori. Joh, è un precursore, figlio della caparbietà di chi non si arrende alle difficoltà e guarda al futuro da una prospettiva diversa, positiva e resistente in ogni senso. Joh non intacca minimamente il mercato dei Classici rossi e spumanti dell’Oltrepò ma all’opposto potrebbe dare loro una spinta nel farli conoscere ai più giovani. Joh è un alfiere in un campo ancora tutto da esplorare, rispettoso del passato ma voglioso di conquistare nuovi mercati e trofei, che sono sicuro arriveranno.

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