Bianco Resiliens 2021, Le Carline

13,00 

  • Produttore: Le Carline
  • Regione: Veneto
  • Tipologia: Bianco
  • Vitigni: Souvignier Gris, Johanniter, Muscaris, Aromera, Fleurtai, Soreli, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos
  • Alcol: 13,5% Vol.
  • Bottiglia 0,75 l.
  • Note: Vino di complessità aromatica e finale salino. Biologico. Vegan.

5 disponibili

Descrizione

Vigneti
Nel cuore del comprensorio Enologico a Denominazione di Origine Controllata Lison-Pramaggiore, dove si incontrano le province di Venezia, Treviso e Pordenone.
Terreno: Argilla di origine alluvionale ricca di minerali con un sottile strato di carbonati di calcio denominato Caranto.

Vinificazione
Dopo la diraspatura viene svolta una criomacerazione per circa 10 ore, segue una pressatura soffice e una stabulazione a freddo del mosto. La fermentazione alcolica avviene a basse temperature. L’affinamento prosegue per alcuni mesi con la propria feccia fine attivata con frequenti bâtonnage.

Note di degustazione
Calice giallo paglierino luminoso, dal quale si liberano con eleganza e complessità, sentori floreali di tiglio e magnolia, poi pesca bianca, mela gialla, susina, litchi e tocchi esotici. Beva decisa, sempre bilanciata tra morbidezza, acidità e sapidità, che scorrono parallele e conducono al pieno equilibrio. Finale molto persistente con impronta salina.
Abbinamento consigliato con catalana di crostacei, risotto di pesce e formaggi giovani. Per gli appassionati vegetariani e vegani è ottimo con orzotto ai carciofi. Servire a 10-12° C.

Recensioni

  1. Luca Gonzato

    Resiliens 2019, Le Carline (degustazione 2020)
    Aromera, Muscaris, Johanniter, Sauvignon Rytos, Sauvignon Nepis, Souvignier Gris, Fleurtai e Soreli. Sono questi i nomi delle varietà utilizzate. Le prime due possono ricordare le varietà aromatiche tipo il Moscato, la terza ha legami stretti con il Riesling, dei Sauvignon è chiara la parentela mentre il Souvignier Gris è vicino al Gewurtztraminer ed infine Soreli e Fleurtai sono figli dell’ex Tocai ora chiamato semplicemente Friulano.
    Come territorio ci troviamo a Pramaggiore (VE) su suoli di origine alluvionale con componente argillosa e limosa.
    Fatta questa premessa si può “leggere” il vino con dei riferimenti che possono aiutarne la comprensione.
    Alla vista è splendente, di un giallo paglierino con riflessi verdognoli che denotano giovinezza.
    Racconta di freschezza, con profumi intensi che fanno capo alle varietà aromatiche. Sentori floreali di rose, glicine e uva spina. All’assaggio si percepisce la complessità aromatica dell’assemblaggio e un buon corpo. Gli aromi mi suggeriscono la frutta tropicale polposa e note vegetali di Sauvignon, foglia di pomodoro e bosso. Acidità e sapidità giocano un ruolo fondamentale nell’ingresso, poi prosegue espandendosi con morbidezza tra le guance in un finale di buona persistenza.
    È un ottimo vino, da ascoltare con calma, come se si ascoltasse un disco. Dalla prima all’ultima traccia aromatica, cercando tra i ricordi olfattivi. Un gioco che anche il meno esperto può condurre con soddisfazione.
    Se avrete l’occasione di assaggiarlo, consiglio l’abbinamento con pesci saporiti. Io l’ho degustato con piacere insieme ad un dentice al cartoccio con patate. Il volume alcolico è del 12%, è un vino certificato Biologico e Vegan. Medaglia d’oro ai recenti Piwi award 2020.

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