passito 1936 2019, Terraprava

29,00 

  • Produttore: Terraprava
  • Regione: Veneto
  • Tipologia: passito
  • Vitigni: Souvignier Gris
  • Alcol: 15,5%
  • Bottiglia: 375 ml.
  • Note: Passito eticamente sovversivo per consumatori dal pensiero libero. 3 anni in ossidazione. NON da dolci. Da meditazione o per scoprirci il miglior abbinamento possibile. Biologico e Biodinamico

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Descrizione

Vigneto
In TerraPrava ospitiamo un vigneto di 14.000 mq suddiviso fra 8.000 mq di Souvignier Gris e 6.000 mq di Chardonnay, 12.000 mq di olivi, 16.500 mq di noccioli, 600 mq di alberi da frutto di antiche varietà e vari spazi dedicati all’orticoltura.
I vigneti sono condotti in biodinamica. L’agire umano accompagna le uve a maturare senza alcuna concimazione e senza l’utilizzo di prodotti di sintesi. Non a caso segnaliamo in etichetta solo mani e uva. La spontaneità e la crescita non forzata sono ciò in cui crediamo per produrre vini “come una volta”.

Vinificazione
È il risultato di quanto abbiamo avanzato del mosto di uve Souvignier Gris mandate in appassimento e impiegato per la rifermentazione del RoVerso 2021. La verità è che questa piccola quota di mosto avanzato ce la siamo letteralmente dimenticata in cantina in una botte esausta tenuta aperta e a contatto diretto con l’aria per ben 3 anni fin quanto la cantina che ci ha ospitato ci ha chiesto cosa ne volessimo fare.

Note di degustazione
All’assaggio il vino che ne è nato ci è piaciuto così tanto da metterlo in bottiglia. La quantità è veramente esigua (ad oggi ne ho un centinaio di bottiglie da 357 ml) ma è un vino di cui vado molto fiera perché dimostra come portare in cantina uve sanissime e permettere loro di diventare vino senza aggiungere nulla e addirittura farle ossidare per ben 3 anni si possano raggiungere dei risultati veramente considerevoli. Un vino sicuramente non replicabile com’è il bello e l’affascinante mondo dei vini naturali. Il vino è dedicato a mio padre (1936 è la sua data di nascita) che ad oggi è ancora operativo e guai se alla vigna dovessero mancare la sua energia e tenacia e la mano riportata in etichetta è la sua. Il parere comune di chi ha avuto occasione di assaggiarlo è che si tratta di un passito non passito e l’abbinamento meno consigliato è proprio quello con un dolce a fine pasto. Anzi, mi sono stati suggeriti gli abbinamenti più disparati: dal formaggio a pasta dura e di lungo invecchiamento alle frattaglie di carne. Molti lo considerano un vino da “meditazione”, quasi un brandy da sorseggiare in poltrona nelle fredde serate invernali!.

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